Borneo Malese, where is the Nature?

Posted: 29th agosto 2012 by Andrea in Malesia
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Quando eravamo a Singapore ci sembrava più facile atterrare a Kuching, nel Borneo malese invece che andare nel West Kalimantan . Costava un pò meno il volo e i collegamenti erano migliori. Inoltre quando avevo fatto qualche ricerca su internet avevo letto da qualche parte che nel Borneo malese rispetto a quello indinesiano era più facile spostarsi.

Adesso è quasi passato un mese da quando siamo atterrati nella terza isola più grande del mondo e mi sono fatto un’idea del posto. Nell’immaginario comune il Borneo è un posto selvaggio ricoperto da foresta vergine inesplorata. La reltà è diversa, molto.

La deforestazione ha raggiunto livelli e velocità inimmaginabili. Si fa davvero fatica a trovare pezzi di foresta intatta, anzi non ce ne sono praticamente quasi più.

Uno dei pochi posti dove la foresta è rimasta intoccata è il Malau Basin. E’ un bacino che sprofonda nel terreno con un diametro di circa 20 km. Impossibile da raggiungere con camion e ruspe. Il tutto l’ha salvato dalla deforestazione.

Questa immagine qui sotto presa da Google è un ‘esempio di quello di cui parlo. Potete fare una prova anche voi se andate a vedere le immagini satellitari di Google e zoomate sul Borneo le aree devastate, immense si vedono benissimo.

Dopo la deforestazione vengono le colture immense di palma da olio. Inizialmente furono quelle di gomma, negli anni 70 poi con la crisi dei carburanti la palma da olio soppiantò piano piano tutte le altre culture. E ora si vedono aree immense coltivate solo con questa pianta. Un diastro ecologico, un ottimo affare per le aziende, per i politici corrotti e anche per chi le raccoglie. Spesso si vedono passando queste aree, case di legno che sembrano stiano per cadere con un suv da 50.000 Euro parcheggiato fuori. Fra poco la natura qui in Borneo sarà una cosa che si vedrà solo nelle vetrine dei musei. Una cosa rara, che esisteva una volta e ora non c’è più o quasi.

C’è un caso interessante da portare come esempio. Il kinabatangan River. Pezzo forte tra le attrazioni turistiche del Borneo Malese. Si tratta praticamente di un lungo fiume che scorre per chilometri dall’interno del Borneo per poi sfociare nel mare. Nell’ultimo tratto del fiume i turisti pagano fior di quattrini per fare gite sul fiume e avvistare la fauna selvatica come gli elefanti pigmei. Nelle guide viene indicato come il miglio posto per vedere gli animali. Il tutto è dovuta al fatto che intorno al fiume la foresta è stata devastata facendo largo alle piantagioni di palma e solo una piccola striscia lambisce le rive. Gli animali privati del loro habitat si sono quindi rifugiati qui  ed è proprio per questo che è facile vederli! Non hanno altro posto dove andare.

Questa immagine è la vista satellitare di Sukau, piccolo paesino da dove partono i gruppi per avvistare gli animali. Quelle linee orizzontali e verticali che vedete intorno sono tutte piantagioni di palma da olio. E se avete tempo di guardare meglio vedrete che tutta la regione ne è piena. Quindi il kinabatangan, che viene fatto passare come “simbolo” della natura e biodiversità del Borneo Malese in reltà è il simbolo di quel poco che ne è rimasto.

Impressioni su Bali

Posted: 2nd agosto 2012 by Andrea in Indonesia

balirisoDopo circa due settimane di permanenza e di scorrazzamenti vari in motorino per le vie dell’isola ripartiamo da Bali. Destinazione Singapore e poi Kuching, nel borneo malese. Abbiamo deciso di passare da Singapore che non abbiamo mai visto piuttosto che da Jakarta in cui abbiamo già passato una settimana nel suo traffico infernale.

Venendo da Java all’inizio ho avuto una buona impressione su Bali e sulla sua cultura, la religione è davvero presente ovunque. Ci sono infiniti templi e alteri, nei negozi, nei mercati, nelle case e ogni mattina vengono deposte piccole offerte con incenso, riso, caffè sigarette….ne ho visto persino una dentro ad un supermercato con due caramelle polo (il buco con la menta intorno hehe!). Dopo un paio di giorni in un tranquillo villaggio costiero pieno di servisti, Melawi beach ci siamo diretti ad Ubud pensando di tenerlo come punto d’appoggio per visitare l’isola. Ma appena arrivati alla stazione di Denpasar ci siamo subito accorti del lato peggiore dell’isola: l’industria del turismo e le persone che ci ruotano attorno. Falsi al punto da cntinuare a dire balle galattiche di fronte all’evidenza. Perciò se andate a Bali la regola principe è: Mai e dico MAI credere a quello che ti dicono. C’è un 99% che ti stiano dicendo cazzate per spillarti dinero. Verificate sempre di persona e da più fonti.

Ci sarebbero centinaia di esempi ma questo ne è uno:

Nel ripartire da Ubud e ritornare al sud abbiamo chiesto ad un poliziotto se ci fossero bemo (piccoli furgoncini per piccole distanze) o autobus che collegassero direttamente Ubud a Kuta dove c’è l’aereoporto. Risposta (con un tassista di fianco che origliava la conversazione pronto a offrire i suoi servigi): Ahhh…ehmm….non ci sono autobus per Kuta…i trasporti pubblici non sono efficenti a Bali (falso, incasinati ma efficenti)….e a questo punto interviene l’amico tassista: yes! the only way to Kuta is with taxi!!. Ma noi ben addestarti da un mese di permanenza a Java ovviamente non gi abbiamo creduto, e allora perchè ho chiesto direte, mha non si sa mai una mezza informazione di qui, una mezza di là e si riesce a capire la risposta. Insomma ecco che appena girato l’angolo abbiamo trovato un bemo per Denpasar e da li avremmo dovuto cambiare per Kuta. Contrattiamo il prezzo, si anche sui trasporti si contratta o ti spennano e arriviamo alla stazione di Denpasar. Subito veniamo accerchiati da 3 o 4 magnacci che ci offrono i loro presunti servigi e ingormazioni. Ormai chiedo per divertimento, per vedere la loro faccia tosta. Kuta dista circa 10 Km, quanto mi fate? For Kuta…150.000 rupie (circa 13 euro). Prezzo assolutamente spropositato come se da noi ti chiedessero 100 euro per 10 km. Gli rido in faccia divertito, dò un’occhiata in giro e letteralmente a 20 metri di distanza dai cari papponi trovo un autobus turistico che ci porta a Kuta GRATIS,cosa assolutamente eccezzionale per Bali dato che si paga tutto anche per vedere un bel panorama i balinesi chiudono la strada e chiedono il bilgietto di ingresso.

Poi cercando bene delle belle cose a Bali si trovano ancora ma tutta l’isola è un’immensa macchina da turismo.

Ocio quindi.

bromoIo e la mia ragazza abbiamo da poco visitato il Bromo. Abbiamo fatto tutto in maniera indipendente partendo da Yogyakarta e spendendo 1/4 di quello che ci chiedevano i tour organizzati.

Questo è quello che abbiamo fatto noi.

Premessa: Abbiamo deciso di fare il Bromo in 2 giorni, arrivando cioè nella tarda mattinata, vedendo il cratere, dormendo a Cemoro Lawang e vedere l’alba il giorno dopo. Molta gente arriva tardi la sera dorme e fa tutto in un giorno. Secondo me non conviene, dopo vi spiego perchè.

Partenza da Yogyakarta per Probolingoo

Dormivamo nei dintorni della stazione dei treni in un’ottimo ed economico albergo (Lotus Losman, 125.000 rupie  compreso di colazione abbondante e wifi), sono andato a chiedere quanto costava il treno per Surabaya. Partiva alle 7.30 arrivava alle 12 e costava 350.000 rupie in Busnis class. Troppo.

Allora siamo andati alla stazione degli autobus di Yogyakarta, sembra che nel pomeriggio ci sia un autobus diretto che arrivi a Probolinggo ma noi non volevamo arrivare di notte quindi siamo partiti con gli autobus della mattina con cambio a Surabaya. Costo: 38.000 Rupie in classe economica, ma autobus in ottime condizioni, quindi viaggio molto comodo. Siamo partiti alle 8.30 e siamo arrivati alle 17 a Surabaya. Da Surabaya a Probolinggo sono 2 ore, abbiamo pagato 10.000 rupie a testa in economy class. Ovviamente abbiamo chiesto ai passeggeri il costo del biglietto e come al solito il controllore ha cercato di fregarci sul prezzo, non ci è riuscito, ha brontolato qualcosa e ci ha fatto il biglietto. Siamo arrivati a Probolinggo alle 20 circa. Da qui considerate che entrate nell’inferno. Nel senso che qualsiasi cosa vi dica la gente per strada il motivo è uno solo: spillarvi soldi. Siamo scesi poco prima della stazione degli autobus e abbiamo chiesto per uno degli albeghi menzionati nella Lonely Planet. Alcuni guidatori di becak ci hanno detto che l’albergo distava 5km e volevano 20.000 rupie a testa per portarci. Al che faccio ” vabè andremo ad un albergo qui vicino” e loro “No No!! NO Hotels here!!”. Ricordate: non credetegli mai. Gli dico che preferisco farmi un giro, facciamo 50 metri e chiediamo ad una signora che gestiva un piccolo negozio di alimentari. Ci dice che c’è un homestay a 300 metri da li. Ed è infatti cosi: camere ottime, colazione inclusa per 100.000 rupie (8 euro).

Da Problinggo a Cemoro Lawang

Il giorno dopo abbiamo preso il minibus che parte dalla stazione e va a Cemoro Lawang. Bisonga aspettare che si riempia. Qui c’è l’unica truffa che non si può evitare. Il prezzo sarebbe di 15.000 Rupie, prezzo già esoso per un’ora di bus ma per gli stranieri è 25.000. Io ho provato a dargli solo 15000, hanno fermato il pulmino e minacciato di farmi scendere. Quindi niente qui bisogna pagare. Siamo arrivati a Cemoro Lawang alle 12 circa, preso una camera per 100.000 rupie, niente colazione inclusa e bagno in comune. Putroppo sfruttano il fatto che sia un posto turistico. Dopo un caffè abbiamo cominciato la camminata verso il deserto di sabbia alla base del Bromo, bellissima camminata e siamo saliti fino in cima al cratere per vedere la pozza fumante. Sulla via del ritorno ci siamo goduti un bellissimo tramonto con lo sfondo del Bromo e del tempio Hindu. Tornati all’albergo siamo andati a dormire presto per alzarci il giorno dopo alle 4.

Alba

Qui bisogna stare attenti alle truffe. La strada che parte da Cemoro Lawang e arriva al punto panoramico dove si vedono i 3 vulcani in fila è agevolemente percorribile in un’ora circa (noi l’abbiamo fatta in 45 minuti camminando svelti).

Prima truffa: La Jeep. A Cemoro Lawang ti offrono di andare in Jeep al View Point e poi al cratere del Bromo per 150.000 rupie circa. La truffa sta nel fatto che al punto panormaico si può andare in Jeep solo fino ad un certo punto poi bisogna camminare. Per arrivare a piedi al punto dove fermano le Jeep da Cemoro Lawang ci si mettono esattamente 40 minuti. Dopo bisogna per forza camminare perchè la strada sparisce. Da li sono altri 10 minuti circa. Vi offriranno di andarci in groppa ad un cavallino per 40.000 rupie. Rifiutate ovviamente, ormai siete arrivati!

Il punto panoramico è molto bello ci sono putroppo molti turisti ma il bello è che il 99% di loro sono li con il tour organizzato quindi appena vista l’alba non possono nemmeno stare 5 minuti in più perchè devono correre per risalire sulle jeep e andare al cratere. Invece noi essendo arrivati da soli siamo rimasti li tutto il tempo che volevamo completamente da soli a goderci il lento dissiparsi delle nuvole. Da lassù abbiamo ache visto poi l’orda di turisti andare verso il cratere del Bromo con le jeep, ad un certo punto ci saranno state almeno 60 jeep sul deserto di sabbia e almeno 500 turisti sul cratere e li intorno. Noi il cratere ce lo eravamo goduti ieri al tramonto e ce ne stavamo soli a contemplare il paesaggio. Dopo un’oretta siamo tornati in paese a fare colazione.

Quindi riassumendo:

Da Yogyakarta a Probolingoo = 48.000 rupie (4 euro) – i Tour ne chiedono 130.000 (11 euro)

Da Probolingoo a Cemoro Lawang = 25.000 rupie (2 euro)

Totale =  73.000 rupie (6 euro) – i Tour ne vogliono 160.000 (13,4 euro)

Il tutto senza contare il risparmio sulla Jeep e la cresta sul prezzo per l’albergo che ovviamente l’agenzia ti fa.

Tutto qua, in questo modo avrete un’esperienza davvero bella, da soli, e spendendo pochissimo.

Occhi aperti e non fidatevi di nessuno, non venite considerati come persone ma come bigliettoni da 100.000 rupie che camminano quindi occhio.

Il viaggiatore bianco

Posted: 10th luglio 2012 by Andrea in Indonesia
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indonesia Pensieri sui viaggiatori occidentali in Indonesia:

- Sei occidentale, quindi sei ricco. Devi pagare ogni cosa di più.

- Sei bianco, stai viaggiando, quindi sei ricco.

- Una buona percentuale della gente che ti ferma per strada cerca di venderti qualcosa.

- Prezzo speciale per te: da dieci a venti volte tanto.

- Quando gli indonesiani non cercano di venderti qualcosa sono molto gentili.

- Ogni informazione su trasporti/costi e in generale prezzi può essere falsa.

- Tutti i bianchi parlano inglese.

- Where are you from? Italy. Aaaaaahhh Italyyyyyyy….foootbool…goood goood

- Where are you going Mister? Maybe you want transport?

Gli autobus di Java

Posted: 5th luglio 2012 by Andrea in Indonesia
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autobusJavaSe c’è una cosa che ci ha accopagnato come costante in questi giorni di continui spostamenti per Java sono gli autobus. A java ce ne sono di tutti i tipi e dimensioni, legali e illegali e sono a migliaia. Mai aspettato per più di 3 minuti un autobus. Poi una volta saliti…bhe vige una regola semplice: non si è mai in troppi e c’è sempre posto per persone in più. L’altro giorno ci siamo sparati 12 ore di viaggio su 3 autobus diversi per arrivare da Cianjur a Pangandaran.

Vi faccio il racconto dettagliato:

Cianjur-Bandung

Fermata a richiesta come tutti gli autobus per indonesiani per alzata di mano. Allunghi il braccio un tipo che è costantemente fuori dal finestrino per individurare potenziali passeggeri ti vede, batte con un pezzo di metallo sul vetro e l’autista in cima alla carrozza capisce che deve fermarsi. Due secondi dopo eravamo ai nostri posti. Noto subito la mancanza dell’aria condizionata, che apprezzo in quanto detesto viaggiare nelle celle frigorifero, e un televisore che trasmetteva a palla canzoni indonesiane. Ovviamente dei testi (che scorrevano in sovraimpressione tipo karaoke) non capivo nulla ma sicuramente parlavano di amore e affini in tonalità ultramelodiche. Ed ogni canzone durava all’infinito. Ci siamo sistemati a metà carrozza e per il resto del viaggio (2 ore) ci siamo sorbiti tutta la hotlist indonesiana.

Bandung-Pandangaran

Arrivo a bandung. Alla stazione degli autobus nella quale scendiamo non ci sono autobus per Pangandara. Partono da una dall’altra parte della città. Ok. Prendiamo un bus e dopo mezz’ora siamo li. Subito ci fermano i soliti tipi che girano nelle stazioni indonesiane che non si sa se ti aiutano per darti una mano o se aspettano la mancia perchè spesso si dileguano dopo averti dato l’informazione altre volte ti si incollano dietro. Comunque uno ci dice che non ci sono autobus diretti ma dobbiamo prendere un altro autobus per poi cambiare. Ce ne indica uno che stava già partendo. Saliamo al volo. Questo è uno degli autobus piu vecchi che abbia visto in vita mia. Perdipiù è semidistrutto e mi chiedo come faccia ancora a girare il motore. Ad ogni modo siamo nei posti in fondo, relativamente comodi, se non fosse per il “controllore” se cosi lo possiamo chiamare in quanto è anche quello che riscuote la pecunia dei biglietti. Appena vede un accenno di persone lungo la strada si mette a squarciagola a urlare fuori dal finestrino la destinazione per vedere se qualcuno vuol salire. Ma urla veramente come un pazzo. Se non tira di coca non so dove tiri fuori quella foga. Il viaggio prosegue tra una fermata e una discesa di passeggeri e di venditori ambulanti di cibo ma quando sono passate un paio d’ore sulle prime salite sento le marce grattare e poi il motore girare a vuoto. L’autobus si ferma, l’autista dice qualcosa e tutti lanciano un “ooooooooooohhh”  di disappunto. Un passeggero a fianco a noi ci dice “oil”. Ah, andiamo bene, giusto un problemino da nulla. Fumo, alcuni scendono alcuni no, io esco se non altro per sgranchirmi le gambe e vedo che l’autista e un altro tipo scalzo con le mani completamente ricoperte di olio motore nero come la pece stanno cercando di riparare la cosa con un paio di pinze. Mha, penso io, che mi frega mica devo andare in ufficio, vediamo che succede. Dopo 10 minuti ripartiamo, altri 15 minuti di marcia e grrrrrrrrrrrrrrrrrrrr….motore che gira a vuoto. Fermi. Stesso problema. Stessa scena. Il motore riparte altri 10 minuti di marcia e ancora stessa scena come l’avessero messa al replay. Ma stavolta il motore non riparte. Comunque tutti se la prendono comoda, si accendono le sigarette, escono a prendere da bere sui cioschi lungo la strada e aspettano.

Ma noi non siamo neanche a metà del viaggio. Io sto pure male e questo non è un problema che si risolve col martello. Provano a dare qualche altra sgassata al motore ma anche non capendone niente di meccanica si sente che non ce la fa più. E stanco e non ripartirà. Almeno per oggi. Nel frattempo ci sfrecciano davanti delle corriere nuove dirette a Pangandarna senza cambi. Almeno da quello che leggiamo sul parabrezza. Mmmmm….queste sono linee serie si fermeranno mica al primo che sbraccia….ma tant’è che non abbaimo scelta. Ci provo, alzo le braccia e….l’autobus figo si ferma!Nemmeno a dirlo in un attimo siamo posizionati e diretti a pandangaran.

Il viaggio durerà altre 7 ore con innumerevoli salite e fermate e io che delirio con la febbre a 38,5. ma alla fine arriviamo in un bell’ostello sulla spiaggia. Bella camera e bell’atmosfera. E alla fine bella giornata.